Ha ancora senso imparare le lingue con Duolingo?

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Imparare una lingua costa fatica: bisogna imparare i vocaboli, studiare la grammatica, ripetere all’infinito. E poi, appena se ne sa un po’, si deve iniziare a leggere, ascoltare, parlare con gli altri. Insomma, non è uno scherzo.

In passato era ancora peggio. Si studiava su dei volumoni pieni zeppi di regole, fatti apposta per farti odiare la lingua. Il mio libro di inglese del liceo dedicava una quindicina di pagine solo all’uso dell’articolo determinativo “the”. Non ho mai letto una riga di quel libro.

Per fortuna c’erano i corsi con i dischi o le cassette. Alle medie avevo imparato l’inglese proprio con uno di questi, un corso del Reader’s Digest prestato da uno zio. Doveva essere buono, perché alla fine riuscivo a leggere e a parlare discretamente in inglese.

Fonte: subito.it.

Non l’ho fatto per motivi nobili, ma solo perché volevo leggere in anteprima i fumetti originali di SpiderMan e dei Fantastici Quattro che trovavo, molto faticosamente, in una edicola del centro.

Altri tempi! Oggi ci sono una montagna di app che sostengono di poter insegnare le lingue, da quelle classiche come l’inglese, il francese o lo spagnolo, a lingue più esotiche come il finlandese, il cinese, il giapponese o il coreano, e fino a vere chicche come il navajo, l’hawaiano o perfino il klingon.

L’app più famosa è senza dubbio Duolingo, “Il metodo gratuito, efficace e divertente per imparare le lingue!”, che ha scalzato dal trono il venerando Rosetta Stone. Ma basta fare un giro sull’App Store di iOS (o su Google Play per gli utenti Android) per trovane a decine, da Babbel a Lingvist, a Busuu, Memrise, Moondly, Mosalingua, …

Ma è proprio così? Si può davvero imparare una lingua studiando per qualche minuto al giorno sul cellulare? E soprattutto, ha ancora senso farlo con Duolingo?

Quattro anni con Duolingo

Ho usato Duolingo ogni giorno per quattro anni filati per studiare il tedesco. E un po’ devo averlo imparato, tanto che ho superato l’esame del livello A2. Ma, lo dico subito, se dovessi ricominciare oggi non lo rifarei.

Qualche luce

Non c’è dubbio, Duolingo è carino, è divertente, è un appuntamento giornaliero piacevole. Il più grosso punto a favore è che non si concentra sulla grammatica fine a sé stessa, ma la insegna tramite l’utilizzo pratico della lingua, mettendo le regole grammaticali in secondo piano. In generale funziona, anche se ogni tanto sarebbe utile approfondire certe regole più complesse.

Altro pregio è che si può decidere autonomamente quanto tempo dedicare allo studio. Io ne ho sempre dedicato poco, diciamo 10-15 minuti al giorno, infatti dopo quattro anni sono ancora all’inizio del livello B1 e a questo ritmo mi ci vorrebbero altri due anni per finirlo.1

Infine c’è l’aspetto ludico. Come dicevo, Duolingo è piacevole da usare ed è perfino divertente, e questo costituisce senza dubbio uno forte stimolo a prendere in mano l’app ogni giorno. Anche la sfida di mantenere la propria striscia di lezioni consecutive aiuta a seguire le lezioni con regolarità.

E tante ombre

Ma l’aspetto ludico costituisce anche uno dei maggiori difetti di Duolingo. Perché se si esagera e ci si fa coinvolgere troppo nella sfida a colpi di punti XP con gli altri concorrenti, quello che doveva essere un momento di studio rilassato diventa una corsa ad acchiappare quanti più punti possibile, per salire sempre più su nel ranking globale. Proprio come in un videogioco.

È un errore che ho fatto anch’io. Ho usato trucchi e mezzucci di ogni tipo, riuscendo ad arrivare fino al terzo posto della Lega Diamante, il livello più alto e prestigioso.

Poi sono rinsavito e ho detto basta: ho disattivato il mio profilo pubblico e ho perso ogni contatto con gli amici e (soprattutto) con le competizioni. Perché facendo così non imparavo il tedesco, giocavo e basta. E infatti da quel momento in poi le cose sono andate molto meglio.

Anche l’app non è il massimo: ogni tanto va in crash e perde i progressi fatti nella lezione. Altre volte non riconosce le parole che ho appena pronunciato, ma si porta avanti e scrive già quelle che non ho ancora detto. Ogni tanto non si riesce a chiudere lo spot pubblicitario e l’unico modo per andare avanti è riavviare l’applicazione. Non a caso gli sviluppatori la aggiornano di continuo, quasi sempre per correggere dei bug.

Per rimanere all’app, è incomprensibile che non si possa tornare indietro durante una lezione, per rivedere un esercizio precedente, per ricordare un vocabolo nuovo e così via. È come se leggendo un libro sul Kindle non potessi rivedere le pagine che ho già letto. Capisco che sviluppatori vogliano evitare che si cambino le risposte (ma sarebbe facile impedirlo), ma dal punto di vista didattico è una pessima scelta.

E poi c’è la questione dell’impegno limitato, che significa che si impara piuttosto lentamente. Se avessi seguito un corso tradizionale sarei arrivato al B2 in due anni, con Duolingo ce ne sono voluti quasi quattro. Va (ri)detto, però, che questo è anche un pregio perché, se non si ha una motivazione forte, è difficile riuscire a dedicare parecchio tempo ogni giorno allo studio di una lingua (e non solo quella).

Ma l’aspetto di gran lunga peggiore di Duolingo è senza dubbio la continua modifica dell’organizzazione del corso. Anni fa ci fu uno stravolgimento totale della struttura delle lezioni, che generò tanta confusione e una valanga di critiche.

Ma queste non hanno fermato gli sviluppatori, che ogni tanto cambiano qualcosa e zac!, i 20 gruppi (Unit) da 10 lezioni l’uno a cui ti eri abituato diventano improvvisamente 40 gruppi da 5 lezioni ciascuno. Ma fra un mese, chissà, diventeranno 30 gruppi da 8 lezioni o 60 da 4. Questi cambiamenti periodici sono molto fastidiosi, un po’ come quando si deve cambiare strada ogni giorno a causa di nuovi lavori in corso.

Anche perché non si capisce il motivo di queste continue modifiche. Capisco che gli sviluppatori vogliano migliorare il codice, aggiornare l’interfaccia, aggiungere delle nuove funzioni qui e là. Ma Duolingo è un corso di lingue, non è rocket science che evolve quotidianamente o quasi. E anche se dietro l’applicazione ci fossero degli studi sofisticati sul modo migliore per insegnare una lingua (ma sarà davvero così?), non credo proprio che questi studi progrediscano così velocemente da richiedere dei continui stravolgimenti dei corsi.

Prima l’IA

Da qualche mese, seguendo la moda corrente, il management di Duolingo ha messo al primo posto l’IA, decidendo di “sostituire il processo di creazione dei contenuti lento e manuale con uno basato sull’intelligenza artificiale” (per citare il cofondatore e CEO di Duolingo, Luis von Ahn).

A suo dire lo fa solo per dovere, per “fornire questi contenuti ai nostri studenti il prima possibile”.

Ma tanti utenti non l’hanno presa bene. Non solo perché, per una azienda che proclama di avere “molto a cuore i propri dipendenti” e poi sbatte fuori di punto in bianco i collaboratori esterni, tutto questo appare ben poco etico e somiglia molto a quello che ha fatto Elon Musk con Twitter.

Ma anche perché questo significa in realtà che la produzione di contenuti di qualità, magari più lenta ma anche più precisa ed affidabile, è diventata secondaria rispetto alla moltiplicazione e alla estensione dei corsi e, di conseguenza, dei margini di profitto.

Non a caso, subito dopo l’annuncio, l’azienda ha più che raddoppiato l’offerta di corsi. E chissenefrega se le traduzioni sono spesso fatte con i piedi (virtuali).

Ma prima anche i soldi

Cory Doctorow è diventato famoso per aver inventato il concetto di enshittification, descritto molto bene in un recente articolo sul Guardian: all’inizio le piattaforme web (o le applicazioni che ne derivano) trattano gli utenti con i guanti bianchi, coccolandoli per conquistarne la fiducia. Poi iniziano a favorire i clienti paganti, a scapito di tutti gli altri. Alla fine, per monetizzare sempre di più, finiscono per abusare anche dei clienti paganti, diventando solo dei giganteschi mucchi di… merda (l’ent-shit-tification, appunto).

Di esempio se ne potrebbero fare a iosa, io mi limiterò a citare Cursor, salutato come l’editor definitivo per sviluppare con l’aiuto dell’IA e diventato in un paio di anni una piovra che divora i propri stessi utenti (paganti).

Quello che è successo a Duolingo è lo stesso: all’inizio l’applicazione era gratuita e non aveva pubblicità, e i suoi sviluppatori avevano promesso che sarebbe rimasta tale per sempre.

Dopo un po’ hanno iniziato a chiedere con garbo una piccola quota mensile, utile per accedere a qualche funzione extra ma non indispensabile per imparare.

Poi il management ha preso il sopravvento, e ha iniziato a rendere sempre più difficile la vita agli utenti che si ostinavano a rimanere sul piano gratuito, togliendo loro delle funzioni essenziali, come la possibilità di ripassare o la correzione degli errori, e rendendole accessibili solo a chi sceglieva il piano a pagamento.

Infine, da qualche mese hanno sostituito i vecchi Cuori con l’Energia, rappresentata dall’icona di una batteria che si scarica. Una fregatura scientifica.2

Fino a luglio, prima di una lezione si avevano a disposizione fino a 5 Cuori. Ad ogni errore si perdeva un cuore, che si poteva riguadagnare aspettando alcune ore, guardando uno spot pubblicitario oppure, fino a un paio di anni fa, completando una lezione di “pratica”.3 Questo significava che, chi faceva pochi errori riusciva a fare un numero praticamente illimitato di lezioni, sorbendosi al più qualche spot extra.

Con l’Energia non è più possibile. Ora si hanno 25 unità di Energia, e ad ogni risposta (non ad ogni errore, si badi bene!) si perde una unità. Dopo un certo numero di risposte senza errori si guadagna qualche unità di Energia, ma mai troppa. Il meccanismo è tale che si possono fare non più di due lezioni senza errori, tre se si è molto fortunati, prima di aver bisogno di ricaricare l’Energia. Ovviamente l’energia si ricarica solo con gli spot, mica ripassando!

E se sei così stupido da voler ripassare un gruppo di lezioni con uno dei test di verifica che ti fa raggiungere lo stato Leggendario, ad ogni domanda perdi ben due unità di Energia e, anche se non fai errori, ti ritrovi alla fine con la batteria quasi scarica (come si vede nell’immagine qui sotto).

È chiaro che questo meccanismo è una spinta fortissima a passare ai piani a pagamento Super Duolingo e il recente Duolingo Max dove, andando contro tutte le leggi della fisica, l’Energia (o il numero di Cuori) è illimitata. In aggiunta con questi piani non si è costretti a sorbirsi la pubblicità, ma anche questo è vero fino ad un certo punto perché gli utenti del piano Super Duolingo devono guardare di continuo degli spot che pubblicizzano Duolingo Max.

Quanto costa Super Duolingo?

Bella domanda, visto che è difficilissimo sapere quanto costa Super Duolingo o Duolingo Max. Se si va sul sito si trova solo una paginetta molto carina ma nella quale, a differenza di qualunque altro servizio a pagamento, non compare nessun prezzo.

L’unico modo per sapere quanto costa è iniziare la settimana di prova gratuita. Dopo un lungo processo di onboarding e una prima lezione nella lingua scelta, si arriva alla schermata qui sotto, che impariamo che Super Duolingo costa di base 10.99 euro al mese. Se si paga annualmente il costo scende a 6.25 euro al mese, per un totale di 75 euro all’anno. Infine, il piano Famiglia annuale di Super Duolingo costa 8.84 euro al mese, cioè 106 euro all’anno, e può essere condiviso con altre 5 persone.

I prezzi in dollari sono molto simili: Super Duolingo base costa 12.99 dollari al mese. Pagando annualmente il costo scende a 6.99 dollari al mese, cioè 83.88 dollari all’anno, mentre il piano Famiglia annuale costa 9.99 dollari al mese, equivalenti a 119.88 dollari all’anno.

Su Duolingo Max si trovano ancora meno informazioni, ma i prezzi dovrebbero aggirarsi intorno ai 30 dollari al mese e 168 dollari all’anno. Secondo me (e non solo) non ha senso scegliere Duolingo Max che, rispetto a Super Duolingo, offre solo qualche aiutino e la possibilità di dialogare con un avatar artificialmente intelligente. Una cosa che, lo dico per averla provata personalmente, è molto più imbarazzante di dialogare con un insegnante in carne ed ossa.

A prima vista il piano Super Duolingo annuale è molto conveniente, e lo è ancora di più il piano Famiglia, anche se condiviso con un solo altro utente. In più ci sono spesso delle offerte con sconti molto consistenti. Ma non è l’aspetto economica la cosa più importante da prendere in considerazione.

Ha ancora senso usare Duolingo?

Non è bello tradire senza vergogna gli utenti che ci hanno fatto nascere e crescere.

Quando Duolingo è nato, nel 2011, gli sviluppatori avevano promesso solennemente che sarebbe stato gratuito e senza pubblicità, per sempre. So bene che sul web niente è per sempre, però è anche vero che sono queste promesse che hanno contribuito a creare una comunità attiva di utenti che hanno fatto crescere e fiorire Duolingo. Disattendere queste promesse equivale a dare uno schiaffo in faccia a chi si è fidato.

Duolingo nasce tramite un finanziamento della National Science Foundation, soldi pubblici quindi. L’idea iniziale si basava sul concetto di crowdsourcing: gli utenti imparavano (gratuitamente) una lingua mentre aiutavano a tradurre i contenuti dei siti web. Tutti i costi venivano pagati dai gestori dei siti che usufruivano del servizio, perché “l’educazione gratuita cambierà davvero il mondo”.

Con il senno di poi era una idea bislacca, visto che in pochi anni i sistemi di traduzione basati sull’intelligenza artificiale sono diventati così buoni da rendere inutile tutto quel lavorio manuale che sembrava così geniale.


Il valore di Duolingo stava soprattutto in questa comunità di utenti, che lo diffondeva con il passaparola, che contribuiva a migliorarlo, che animava le discussioni nel forum, in altre parole che lo faceva sentire una cosa viva e non un semplice prodotto. Il management di Duolingo sta buttando via tutto questo in nome del dio denaro. Tanto per fare un esempio, i forum sono stati chiusi perché fornivano aiuto gratuito agli utenti in difficoltà, aiuto che ora è disponibile solo con il piano top, Duolingo Max.

Ma Duolingo non ha solo ha tradito lo spirito originale diventando anche a pagamento. Ha anche reso quasi inusabile il tanto sbandierato piano gratuito per sempre, che ora è infarcito di pubblicità e ha perso molte funzioni essenziali disponibili solo nelle versioni Super e Max.

Io posso capire benissimo che chi sviluppa un’app abbia bisogno di soldi per gestire l’infrastruttura, pagare gli sviluppatori, e così via. Ma allora deve scegliere. Può scegliere di offrire una app gratuita ma con meno funzioni di quella a pagamento. Oppure può offrire una app gratuita pienamente funzionale ma supportata dagli spot pubblicitari, mentre quella a pagamento ne è priva.

Ma non può fare entrambe le cose allo stesso tempo: togliere tante funzioni utili per imparare una lingua e contemporaneamente ficcarci dentro un sacco di pubblicità. E, come se tutto questo non bastasse, peggiorare la qualità dei corsi.

Perché non c’è dubbio che, dopo tutti i cambiamenti degli ultimi anni, anche la qualità dei corsi di lingue offerti da Duolingo sia diminuita.

C’è meno varietà di frasi da tradurre, e le traduzioni diventano sempre più letterali, parola per parola, forse perché non c’è più nessun essere umano che inserisce nel database delle soluzioni delle alternative meno meccaniche. Negli esercizi di traduzione, il numero di parole fra cui scegliere è più ridotto, e spesso si tratta solo di metterle nell’ordine giusto, senza dover selezionare le parole corrette. Anche le storielle da leggere sembrano sempre quelle, sono mesi che non mi viene proposta una lettura nuova.

Ma anche la nuova struttura dei corsi contribuisce a questo decadimento qualitativo. Quando ho iniziato io, quattro anni fa, i corsi erano strutturato in un modo più tradizionale, con lezioni focalizzate su argomenti ben definiti (Skill), dalle nozioni di base al cibo, agli animali, ai viaggi e così via. Gli Skill erano organizzati in modo parallelo, per cui in un dato giorno si poteva decidere di fare una lezione sui plurali e una sul cibo, mentre il giorno dopo ci si concentrava sugli animali.

Fonte: Duolingo Wiki.

Una volta completato uno Skill, un indicatore numerico a forma di corona forniva una indicazione visuale della necessità di ripetere periodicamente quello Skill, in modo da rafforzare la conoscenza sull’argomento.

Tutto questo è scomparso nel 2022 con l’introduzione del Percorso al posto degli Skill. Il Percorso organizza l’insegnamento in modo lineare e bisogna per forza completare un dato gruppo di lezioni (quello che nell’immagine qui sotto è colorato in viola) prima di passare al gruppo successivo (in grigio chiaro, ad indicare che è ancora bloccato). Non c’è niente che impedisce di tornare indietro nel Percorso già fatto, ripetendo una o più lezioni. Ma è anche vero che non c’è nessuno stimolo a farlo, come succedeva invece con il vecchio sistema con le corone.

La struttura attuale a Percorso assomiglia ai livelli di un gioco, dove bisogna completare un dato livello prima di passare al successivo. Ed è evidente che questa scelta mette in primo piano l’aspetto ludico del programma rispetto alle sue finalità didattiche.

Come se non bastasse, le stesse lezioni sembrano molto più meccaniche e ripetitive di prima. Non so dire con certezza se anche un corso tradizionale come il tedesco che seguo io sia stato già avvelenato dai contenuti generati dall’IA, ma l’impressione comunque è quella. Non oso pensare a quello che succede nei corsi più recenti e meno popolari (e io che volevo imparare l’hawaiano… 🤣)

E infine c’è il rapporto fra costi e benefici. In quattro anni su Duolingo ho completato i livelli A1 e A2, diciamo che ho impiegato due anni per ciascun livello . Ho sempre usufruito del piano gratuito perché, facendo pochi errori, i cinque Cuori disponibili mi bastavano e avanzavano. E se anche qualche volta perdevo tutti i Cuori, li potevo recuperare con qualche lezione di ripasso, che non fa mai male.

Ma oggi non potrei più fare lo stesso, a meno di non perdere un sacco di tempo a guardare degli insulsi spot pubblicitari, una cosa che distrae e fa passare la voglia di fare una lezione.

L’alternativa sarebbe usufruire del piano Super Duolingo, che nel mio scenario di uso significherebbe spendere 150 euro per ogni nuovo livello linguistico. Non è molto, se si tiene conto che un corso online tradizionale può costare tre o quattro volte di più. Ma è moltissimo se si tiene conto che la gamificazione spinta degli ultimi anni, associata all’uso pervasivo dell’IA ha trasformato Duolingo da un programma per imparare le lingue a un gioco basato sulle lingue. E per un gioco come questo 150 euro sono troppi.

Conclusioni

Se imparare una lingua è solo un hobby o una scusa per distrarsi un po’, usare gratuitamente un’app come Duolingo può ancora andare bene. Ma se si vuole fare sul serio, passare alla versione a pagamento Super Duolingo ha poco senso.

Per fortuna oggi ci sono parecchie alternative migliori a Duolingo, basta fare un giro su questo sito specializzato per trovare recensioni e consigli in quantità. Da parte mia, io punterei senza dubbio Rosetta Stone, che insegna le lingue in modo intuitivo, proprio come un bambino impara la lingua madre.

È vero, Rosetta Stone costa qualcosa in più di Super Duolingo, ma usa un metodo ben assestato e ha una struttura di prezzi chiara ed evidente fin dal primo momento. Senza contare che ci sono spesso offerte vantaggiosissime, che permettono di acquistare l’accesso perpetuo a tutti corsi di lingue spendendo poco di più di due anni di Super Duolingo.

Io in questo momento sto seguendo un corso online tradizionale al livello B1, con insegnante madrelingua in carne ed ossa (seppur a distanza), piattaforma di e-learning, compagni di corso con cui interagire e non ho tempo di fare altro. Ma appena il corso sarà finito, credo proprio che un giretto con Rosetta Stone me lo farò.

Nel frattempo continuerò a giocherellare per qualche minuto al giorno con Duolingo, più per abitudine e per ripassare quello che ho già fatto che per imparare cose nuove. Quattro anni di vita insieme non si dimenticano facilmente.


  1. C’è gente che si vanta di aver completato un “corso” in un anno o meno. In realtà, escludendo i soliti cretini su YouTube, si riferiscono al solo “livello” A1 e non all’intero corso che, per il tedesco è strutturato su tre livelli, A1, A2 e B1. Studiando solo una mezz’ora al giorno si può tranquillamente completare l’A1 in un anno. ↩︎

  2. L’Energia per ora è attiva solo per iOS, mentre per ora gli utenti Android sono stati esentati da questo cambiamento, così come chi usa l’applicazione web. Se questo è un test A/B su larga scala non ha molto senso. ↩︎

  3. C’era anche la possibilità di recuperare i 5 Cuori pagando un certo numero di “gemme”, esattamente come in tanti giochi freemium↩︎