Jekyll

Jeeeeeekyll? No, Hugo!

Jeeeeeekyll? No, Hugo!

Mentre descrivevo come ero passato da Wordpress a Jekyll, sapevo già che avrei dovuto cambiare di nuovo. Da un punto di vista tecnico, Jekyll è una piattaforma fantastica: è facile da programmare, ha una documentazione ineccepibile e funziona perfettamente durante la fase di sviluppo, quando il numero di pagine e di post di test è limitato. Ma, come ho sperimentato in prima persona, una volta che Jekyll si trova a dover gestire un sito vero con centinaia di post, le prestazioni calano drasticamente e i tempi di risposta aumentano in modo intollerabile (e piuttosto imbarazzante).
Da melabit a melabit: Jekyll e l'hosting

Da melabit a melabit: Jekyll e l'hosting

– Fonte: Scott Rodgerson su Unsplash. Come promesso (o minacciato?) nell’ultimo articolo, quest’ultimo post è dedicato ad esplorare le opzioni disponibili per l’hosting di un sito web basato su Jekyll (o su qualsiasi altro generatore di siti statici) destinato ad ospitare il nostro blog personale (come quello che state leggendo), oppure il sito web di uno studio professionale o di una piccola azienda.
Da melabit a melabit: sviluppare un sito in Jekyll

Da melabit a melabit: sviluppare un sito in Jekyll

Dopo la prima parte dedicata all’installazione e alla configurazione iniziale di Jekyll, con questa seconda parte di note commentate si entra nel vivo dello sviluppo di un sito in Jekyll a partire da un tema già pronto. Sviluppare da zero un tema per Jekyll, invece, va molto oltre le mie competenze, ma del resto chi è in grado di farlo non ha bisogno di leggere queste notarelle.
Da melabit a melabit: Jekyll, installazione e configurazione di base

Da melabit a melabit: Jekyll, installazione e configurazione di base

Questo articolo non vuole essere una guida dettagliata alla installazione e configurazione di Jekyll; per quello ci sono le ottime guide riportate più sotto.1 L’articolo è invece una raccolta commentata delle note che ho preso mentre sviluppavo melabit.com/posts/it, e sono il risultato di giorni e giorni di prove ed errori, di cambi di direzione, di letture alla ricerca del comando giusto. A me le note servivano per ricordare quello che avevo fatto e come avevo risolto i problemi che si presentavano di volta in volta. A voi potrebbero essere utili per fare tutto più in fretta e senza intoppi.
Da melabit a melabit: perché Jekyll?

Da melabit a melabit: perché Jekyll?

– Fonte: Jametlene Reskp su Unsplash. Come dicevo nell’ultimo post, lasciare la comfort zone di Wordpress non è stato per niente facile. Fra doversi preoccupare solo di scrivere qualcosa di interessante, con tutto il resto gestito da una squadra di amministratori di sistema ed esperti di programmazione web, a dover fare tutto da solo c’è un abisso.
Da melabit a melabit: addio WordPress, ciao Jekyll

Da melabit a melabit: addio WordPress, ciao Jekyll

– Immagine generata dall’IA di Microsoft Designer. Undici anni fa, quando ho iniziato a scrivere in questo spazio personale, non avrei mai pensato di rimanere per tutto questo tempo su WordPress.com, una piattaforma di blogging comoda ed affidabile, che però è sempre stata poco adatta al mio modo di lavorare. Con il tempo ho imparato a convivere con questi limiti, ma l’idea di cambiare non mi ha mai abbandonato.

Da melabit a melabit: conclusioni

“Dopo tutto questo parlare di hosting, domini, provider e cloud, si può sapere cosa hai deciso alla fine di fare per questo blog?” Sono consapevole di contraddire quello che avevo scritto alcuni anni fa ma, dopo aver soppesato tutte le alternative, mi sono reso conto che la cosa migliore da fare in questo momento era cambiare il meno possibile, per cui ho deciso di continuare ad usare WordPress, ospitato questa volta su una piattaforma di hosting tradizionale.

Da melabit a melabit: andare sul cloud

– Fonte: Daniel Falcão su Unsplash. Il cloud computing è ovunque e ci sono decine di servizi diversi che ci permettono di usare un computer virtuale situato da qualche parte nel mondo come se fosse il computer fisico che abbiamo sulla scrivania. In questo campo i grossi calibri sono Amazon AWS, Google Cloud, Microsoft Azure, Red Hat OpenShift (in rigoroso ordine alfabetico), ma ci sono anche i servizi offerti da fornitori di servizi di hosting come SiteGround, DreamHost o Netsons oppure da provider più orientati al mondo degli sviluppatori come Digital Ocean, Codenvy, Heroku, UpCloud.

Script per tutti i giorni: semplici modifiche alle stringhe di testo

– Foto: telwink su Flickr. Succede più spesso di quanto mi renda conto. Devo rinominare dei file, modificare un testo o fare altri pasticci con i miei documenti. Potrei usare una delle tante applicazioni ad hoc fatte per fare proprio quello. Ma perché perdere tempo ad installare ed imparare ad usare l’ennesima applicazione se con il Terminale posso fare prima (e meglio)?