– Immagine generata da Flux Image AI.
Fra pochi giorni, è ufficiale, Apple terrà l’evento di inizio settembre “It’s Glowtime”, durante il quale presenterà i nuovi iPhone e Apple Watch e rilascerà le versioni definitive (magari fosse davvero così!) di iOS e macOS.
Ed eccoci arrivati all’ultima parte della serie dedicata a Syncthing, questa volta incentrata sull’uso del programma con i dispositivi mobili (qui potete trovare la prima, la seconda e la terza parte).
– Fonte: JJ Ying su Unsplash.
Proprio come VisiCalc, WordStar, Photoshop, Hypercard o Netscape, Dropbox è stato uno di quei (pochi) software davvero innovativi e capaci di cambiare la vita dei suoi utilizzatori.
– Fonte: Katya Ross su Unsplash.
Il mio iPhone 7 era arrivato al capolinea: con soli 32 GB di spazio, una batteria con una capacità di appena la metà di quella iniziale, l’impossibilità di aggiornare iOS, non c’era più motivo di ostinarsi ancora ad usarlo. La batteria l’avevo già cambiata una volta e non avrei mai speso altri 70-80 euro in una operazione parziale, che non avrebbe risolto gli altri problemi.
Sono in macchina, in attesa di mia figlia e con niente da fare. Apro l’Apple Watch e comincio a giocare con Siri. Ammetto di aver sempre trascurato Siri finora, forse perché ho sempre trovato sgradevoli certi eccessi di chi usa Siri in pubblico.1 Però ora sono solo e mi sto annoiando, quindi perché no?
Big Sur mi piace, ha portato una ventata di freschezza all’interfaccia grafica di macOS, un’interfaccia ormai familiare, ben assestata, rassicurante ma che, come le pareti di una casa abitata da tanti anni, attendeva con ansia una bella rinfrescata.
– Fonte: Apple Books.
I traslochi possono perfino servire a qualcosa. Nel mio caso specifico mi hanno permesso di ritrovare un libro finito improvvidamente sotto una pila di altri volumi e rimasto lì per troppi anni.
Non sono un gran giocatore, però mi piace giocare con l’iPad la sera prima di dormire oppure in vacanza in estate. Niente di complicato, i giochi con troppe regole mi annoiano, ancora di più lo fanno i platform, dove devi ripetere sempre gli stessi movimenti nella sequenza corretta.
Il canale Slack Goedel di Lucio “Lux” Bragagnolo è una miniera di discussioni stimolanti (se non siete iscritti fatelo, non ve ne pentirete). Qualche giorno fa Eugenio chiede:
– Fonte: Bernard Hermant su Unsplash.
Fino a pochi anni fa le reti private virtuali (VPN, Virtual Private Network) erano un prodotto di nicchia, riservato prevalentemente a chi era spesso fuori dall’ufficio per lavoro e aveva bisogno di connettersi in modo sicuro alla rete aziendale dal bar o dall’hotel di turno, oppure a chi viveva in paesi a rischio censura e voleva esprimere il suo pensiero senza poter essere rintracciato o più semplicemente desiderava accedere liberamente ai siti web oscurati dal proprio governo.