Programmazione

70 anni di Fortran (più o meno)

70 anni di Fortran (più o meno)

Pochi giorni fa, il 20 settembre per essere precisi, il Fortran ha compiuto 70 anni.1 La data scelta per il compleanno è un po’ anomala, per i software di solito si celebra la data in cui vengono presentati al pubblico,2 mentre per il Fortran è stato scelto il giorno in cui gli sviluppatori dell’IBM hanno eseguito il primo programma scritto in questo linguaggio, ben tre anni prima della presentazione ufficiale.
Dieci anni!

Dieci anni!

Dieci anni fa nasceva MelaBit, questo piccolo blog dedicato al mondo Apple, della programmazione e della scienza con un pizzico di nostalgia per il retrocomputing. Sembra ieri quando pubblicai il mio primo articolo, e invece eccoci qui, nel 2023, a festeggiare il primo decennio di vita di questo spazio online.
Swift contro Python, ovvero mele contro pere

Swift contro Python, ovvero mele contro pere

– Fonte: Martina Leuderalbert su Unsplash. Alle elementari la maestra mi aveva insegnato a non sommare le mele con le pere, cioè a non mettere insieme (o paragonare) cose e fatti molto diversi fra loro. Non ha quindi senso sommare 3 litri di acqua con 5 chilogrammi di farina o chiedersi se 40 metri sono più o meglio di 20 secondi.
JuliaCon 2021

JuliaCon 2021

Julia è l’ultimo arrivato fra i linguaggi di programmazione scientifici, che ambisce a combinare la velocità del Fortran con la semplicità sintattica e l’interattività di Python. Un’altra particolarità molto interessante di Julia è il supporto nativo agli ambienti: ciascun progetto scritto in Julia può avere un suo ambiente specifico, contenente il compilatore,1 le librerie e gli eventuali package aggiuntivi necessari, nelle versioni che garantiscono il perfetto funzionamento del progetto. La gestione degli ambienti è ancora oggi una delle principali debolezze di Python, averli integrati direttamente nel linguaggio di programmazione dovrebbe rendere più semplice la scrittura di codice riproducibile, il Santo Graal del software scientifico odierno.

Il CNR è anche questo: un po' di codice

XKCD, Good code. Per concludere nel miglior modo possibile questa serie di articoli (qui la prima e la seconda parte), cosa ci può essere di meglio di un po’ di codice? Estrarre il testo da un file PDF Cominciamo dallo script in R, pdf2csv.R, che estrae il testo da un file PDF, (che in questo caso specifico ho usato per estrarre i dati dalla domanda di partecipazione ad un concorso precedente). Qui sotto trovate l’immagine dello script, realizzata con Carbon (perché così è molto più bello), su GitHub c’è il sorgente vero e proprio, per chi voglia provare ad usarlo.

Imparare Python

– Fonte: David Clode su Unsplash. Di strumenti per imparare ad usare Python ce ne sono a iosa. Fra libri e corsi online come Think Python: How to Think Like a Computer Scientist e la relativa edizione interattiva, i più tradizionali Full Stack Python e Python Practice Book, o il corso online del MIT Introduction to Computer Science and Programming Using Python, c’è solo l’imbarazzo della scelta.

Buon Natale dal Terminale

C’è gente che con il Terminale sarebbe in grado di far volare un Boeing. Oppure che sa costruire un alberello di Natale pieno di lucine colorate, come questo. Se lo volete anche voi, vi basta aprire il Terminale ed eseguire $ curl https://raw.githubusercontent.com/sergiolepore/ChristBASHTree/master/tree-EN.sh | bash oppure, se preferite la versione tradotta in italiano,

Script per tutti i giorni: lo script è il comando

Nelle puntate precedenti abbiamo visto come scrivere dei semplici script in bash o in awk che risolvono un problema assai specifico, è vero, ma che possono anche costituire una buona base di partenza per affrontare argomenti più complessi (i link alle puntate precedenti si trovano alla fine dell’articolo). In particolare, nella terza puntata abbiamo imparato come rendere i nostri script quasi indistinguibili dai normali comandi del Terminale: (1) si aggiunge in testa allo script lo shebang, cioè la sequenza di caratteri #!, seguita dal percorso completo al programma da utilizzare per eseguire lo script,1 (2) si usa il comando chmod per rendere lo script eseguibile (almeno) all’utente attuale del Mac,

Script per tutti i giorni: entra in scena awk

– Tastiera A.W.K., Viscount Instruments. Nelle prime tre puntate di questa serie abbiamo imparato a scrivere uno script in bash per trasformare una stringa di testo in modo che segua delle convenzioni ben determinate a priori (qui i link alla prima, seconda e terza puntata). In questo caso particolare, la stringa risultante dalla trasformazione deve essere scritta tutta in minuscolo e non deve contenere apostrofi o altri caratteri speciali, a parte il trattino usato come separatore di parole. L’idea è quella di usare questa stringa, insieme alla data di pubblicazione del post, per dare un nome standard e facilmente rintracciabile al file Markdown che contiene il testo del post stesso, utilizzando il formato YYYY-MM-DD-titolo-del-post.md, dove YYYY indica l’anno, MM il mese e DD il giorno di pubblicazione.

Script per tutti i giorni: shell e parametri

– Foto: Trammell Hudson su Flickr. Lo script di conversione del titolo di un post mostrato alla fine della puntata precedente è diventato ormai quasi “utilizzabile”. Mancano solo un paio di tocchi finali, che vedremo nel corso di questa terza parte. Una casa per i programmi Prima di proseguire è bene decidere una volta per tutte dove salvare gli script che stiamo sviluppando. Non so voi, ma io preferisco usare una cartella dedicata allo scopo invece di buttare tutto dove capita. In tutti gli articoli di questa serie gli script in fase di sviluppo saranno salvati nella cartella Development, situata all’interno della cartella Home (o Inizio) dell’utente che ha effettuato il login (la cartella Home è quella rappresentata dall’icona di una casetta). Ovviamente siete liberi di usare un altro nome e un’altra posizione sul disco rigido, ma dovrete ricordarvi di modificare di conseguenza i percorsi dei comandi.