– Fonte: Flickr.
Ogni mattina mio marito ed io imploravamo Alexa di prepararci il caffé. Ma lei reagiva solo quando la richiesta veniva fatta in un modo ben preciso, e neanche sempre.
“[Alexa], chiedi a Behmor [la macchina del caffé connessa in rete, NdT] di preparare il caffè.”
La teoria è tanto bella ma la pratica permette di capire molto di più.
Si può parlare all’infinito dei rischi associati a certi comportamenti su internet, ma finché non ci si sbatte contro si tenderà sempre a minimizzare e a pensare che non ci riguardino.
Usare password banali per accedere ai siti è rischioso? Lo sanno tutti ma (quasi) tutti le usano lo stesso. Almeno finché non scoprono con stupore che l’email e la password che usano sempre si trovano anche su internet, pronti per essere usati da qualche figuro senza scrupoli per farci passare guai seri.
Dopo aver letto le puntate precedenti di questa serie (primo tempo, interludio, secondo tempo e secondo interludio), qualcuno potrebbe obiettare che, tutto sommato, poter controllare la casa o il riscaldamento a distanza è molto più vantaggioso dei rischi per la privacy che ne derivano. Alla fine, cosa sarà mai ricevere qualche annuncio pubblicitario mirato?
No, non me ne sono dimenticato, anzi l’ho messo apposta da parte per poterne parlare più diffusamente ora.
Perché la dimostrazione paradigmatica (erano anni che cercavo una scusa per usare questa parola!) dell’insicurezza intrinseca dei dispositivi IoT attuali è data da Amazon Key, il nuovo servizio di Amazon che permette ad un corriere di consegnare un pacco a casa nostra anche quando siamo assenti.1
Nelle puntate precedenti abbiamo visto come l’invasione nella vita privata operata dai dispositivi IoT sia tanto massiccia e intollerabile da rendere utile consultare una guida ai rischi per la privacy prima di acquistare un qualunque dispositivo IoT.
Purtroppo gli esempi presentati sono solo la punta dell’iceberg. Le modalità usate da questi dispositivi per spiarci sono praticamente infinite e superano di gran lunga le fantasia più audaci di una persona normale.
– Lars Schleicher, Flickr.
Come reagireste se qualcuno si intrufolasse in casa vostra per registrare tutto ciò che dite? O se nascondesse una videocamera e osservasse quello che fate fra le mura domestiche? Il minimo sarebbe cacciarlo via a calci, fino ad arrivare nei casi peggiori ad una denuncia all’autorità giudiziaria.
Neanche a farlo apposta, subito dopo la pubblicazione dell’ultimo articolo sulla privacy al tempo dell’Internet of Things ho ricevuto dalla fondazione Mozilla (quella di Firefox e Pocket) questa interessantissima guida all’acquisto dei dispositivi tecnologici connessi alla rete, con un elenco dettagliato dei rischi che ciascun dispositivo comporta per la nostra privacy. Penso che sia difficile trovare in giro qualcosa di più utile per fare degli acquisti consapevoli.