– Fonte: Scott Rodgerson su Unsplash.
Come promesso (o minacciato?) nell’ultimo articolo, quest’ultimo post è dedicato ad esplorare le opzioni disponibili per l’hosting di un sito web basato su Jekyll (o su qualsiasi altro generatore di siti statici) destinato ad ospitare il nostro blog personale (come quello che state leggendo), oppure il sito web di uno studio professionale o di una piccola azienda.
“Dopo tutto questo parlare di hosting, domini, provider e cloud, si può sapere cosa hai deciso alla fine di fare per questo blog?”
Sono consapevole di contraddire quello che avevo scritto alcuni anni fa ma, dopo aver soppesato tutte le alternative, mi sono reso conto che la cosa migliore da fare in questo momento era cambiare il meno possibile, per cui ho deciso di continuare ad usare WordPress, ospitato questa volta su una piattaforma di hosting tradizionale.
– Fonte: Daniel Falcão su Unsplash.
Il cloud computing è ovunque e ci sono decine di servizi diversi che ci permettono di usare un computer virtuale situato da qualche parte nel mondo come se fosse il computer fisico che abbiamo sulla scrivania. In questo campo i grossi calibri sono Amazon AWS, Google Cloud, Microsoft Azure, Red Hat OpenShift (in rigoroso ordine alfabetico), ma ci sono anche i servizi offerti da fornitori di servizi di hosting come SiteGround, DreamHost o Netsons oppure da provider più orientati al mondo degli sviluppatori come Digital Ocean, Codenvy, Heroku, UpCloud.
– Fonte: Glen Carrie su Unsplash.
Non avrei mai immaginato che sarebbe passato un anno intero prima di riuscire a scrivere ancora di trasferimento del blog, hosting e così via. Nel mezzo c’è stata una transizione lavorativa improvvisa e quasi inaspettata oltre che vari impegni familiari improrogabili e non sono riuscito a fare di più. Ma abbiamo già perso troppo tempo, quindi meglio venire subito al dunque.
Se la scelta del servizio di hosting più adatto alle nostre esigenze è difficile, ancora più complicata è la scelta del nome di dominio (o solo dominio), cioè del nome univoco assegnato ad un sito web, che lo caratterizza e lo rende facile da ricordare, come ad esempio www.google.com, www.debian.org oppure www.nomesito.it.
Dopo l’introduzione generale di un mese fa (è già passato un mese!), eccoci subito a quello che forse è il passo più difficile della transizione, la scelta del servizio di hosting. Nella maggior parte dei casi, per avere una presenza su internet dobbiamo appoggiarci ad una azienda (provider) che ci mette a disposizione il server che ospita il sito (il servizio di hosting propriamente detto) e tutta l’infrastruttura hardware e software che rende il sito raggiungibile attraverso internet.