– Fonte: Krzysztof Kowalik su Unsplash.
Dropbox è ormai sinonimo di condivisione di file sul cloud (cloud storage), un servizio usato da tutti che ormai viene dato per scontato. Uno standard di fatto.
Fra i tanti servizi cloud a cui mi sono iscritto negli ultimi anni c’è JustCloud, una piattaforma per il backup e la condivisone dei file analoga a Dropbox, Google Drive, iCloud, OneDrive, Box, per citare solo le più famose.
Qualche giorno fa ho segnalato su questo blog che Koding stava offrendo una macchina virtuale gratis con 3 GB di spazio su disco.
Lo spazio disponibile poteva essere ampliato mediante il meccanismo del win-win referral (non mi viene una traduzione migliore di “invito vinci-vinci”): invitando amici e conoscenti a registrarsi, entrambi ricevono in premio 1 GB di spazio in più, fino ad un massimo di 20 GB.
Come accennato in un post precedente, ho iniziato a provare alcuni servizi di sincronizzazione cloud per sostituire l’ottimo SugarSync, che fra pochi giorni diventerà solo a pagamento.
Recentemente SugarSync ha informato i suoi utenti che, a partire dall’8 febbraio, sarà necessario sottoscrivere un piano a pagamento o smettere di usare il servizio. Dal prossimo mese si pagheranno 37.49 dollari per il primo anno (e il doppio in seguito), corrispondenti a circa 27.50 euro (55 euro dal secondo anno) per 60 GB di spazio di memorizzazione. Molto meno di iCloud o di Dropbox.