Il proiettile di mortaio fischiò debolmente nel cielo notturno e si schiantò con un forte crack contro il fianco della collina. Mentre cercavano disperatamente un riparo, una dozzina di guerriglieri islamici con il turbante iniziarono a sparare inutilmente con i loro fucili e le mitragliatrici contro le postazioni delle milizie filorusse sulla cresta della collina. Un altro colpo di mortaio si schiantò sugli alberi a una cinquantina di metri di distanza, interrompendo temporaneamente il suono staccato dei colpi di fucile automatico intorno a noi. Nel frattempo io, sdraiato sulla schiena, cercavo di calcolare le probabilità che la squadra di mortai sopra di noi mi lanciasse un colpo direttamente in grembo. Mi resi conto che non venivo pagato abbastanza per questo incarico.
A conclusione di questa serie di articoli sul Cray-1 (Cray-1 il macina numeri, Cray-1 a confronto e Cray-1 saltare le conclusioni), qualche link utile per approfondire la conoscenza di questa macchina affascinante, una dei computer più significativi della storia.
Oops…! Troppe cose da fare, troppe distrazioni (in particolare in questi giorni di tarda, ma ancora infuocata, estate), e così succede di saltare completamente tutta la prima (lunga) parte delle conclusioni dell’articolo precedente. Eccole qui, e già che c’ero le ho riviste (ed estese) un po'.
Non è solo nostalgia. Parlare di Cray-1 oggi non serve solo a ricordare i bei tempi andati quando i pochi sacerdoti del computer programmavano direttamente in codice macchina, ma serve a mettere nella giusta prospettiva quello che abbiamo a disposizione oggi, paragonandolo a ciò che quarant’anni fa era considerato lo stato dell’arte, il meglio del meglio.
Cray. Oggi non se lo ricorda quasi nessuno (o magari pensa ad un supermercato), ma negli anni ‘70 e ‘80 Cray era sinonimo di supercomputer, quei computer potentissimi e inaccessibili usati per la ricerca nucleare o spaziale o per prevedere il tempo.
Non c’è solo il Macintosh. Il web è pieno di emulatori di tutti i tipi, con i quali si possono usare vecchie macchine e vecchi sistemi operativi direttamente nel browser, senza installare nulla sul proprio computer.
Nella puntata precedente abbiamo visto che da qualche settimana è disponibile un emulatore online del primo Macintosh, con il quale si possono provare parecchie applicazioni storiche per il Mac direttamente dal browser.
Il retrocomputing – il recupero, il restauro e la conservazione di vecchi computer e del relativo software e documentazione, un tema a metà fra l’archeologia informatica e la semplice nostalgia (ma personalmente propendo per la prima alternativa) – è un argomento piuttosto caldo in questi ultimi giorni.
Chi si ricorda di Doris Norton? Negli anni ‘80 usava l’Apple II per controllare tastiere e sintetizzatori, producendo dischi di musica elettronica che, ancorché datati, sono stati uno dei primi esempi di uso del personal computer nel mondo della musica (più o meno) commerciale.