macOS Tahoe: rimandato a settembre

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Sta diventando una abitudine. All’inizio di quest’anno, invece di aspettare, come al solito, che fosse già pronta (o quasi) la versione successiva di macOS prima di installare quella corrente, ho installato Sequoia su tutti i miei Mac. Pochi giorni fa ho deciso di saltare il fosso, installando la primissima beta di Tahoe, quella riservata agli sviluppatori, su un Mac che uso poco, più che altro per provare la nuova interfaccia grafica Liquid Glass su macOS.1

Dato che è la prima volta che provo una beta di macOS, non sono in grado di valutare se le versioni precedenti fossero più o meno mature di Tahoe in questa fase dello sviluppo, ancora molto lontana dal rilascio ufficiale.

Di conseguenza, mi limiterò a descrivere le mie prime impressioni sulla nuova interfaccia grafica, concentrandomi in particolare sul Finder, che è una delle applicazioni più usate in assoluto, e sulle Impostazioni di Sistema, che è fondamentale quando si prende confidenza con un nuovo sistema operativo. Dopo il rilascio ufficiale a settembre, ci sarà sarà tempo per una valutazione più approfondita.

Aggiornamento

L’aggiornamento da Sequoia 15.5 a Tahoe 26 Beta pesa poco più di 7 GB, che mi pare in linea con gli aggiornamenti precedenti, anzi forse è perfino un filo sotto la media.

L’installazione del nuovo sistema operativo è veloce, non so dire esattamente quanto ci ha messo, ma ricordo di essermi sorpreso quando ho visto che aveva finito.

La prima cosa che si vede dopo l’aggiornamento è questa schermata, che ci mostra una anteprima di Liquid Glass, con i suoi bottoni in rilievo rispetto al resto della finestra. Qui non si vede nessun effetto di trasparenza, ma ci sarà tempo anche per quella.

Il Desktop e i widget

Una volta premuto Continua compare il Welcome Screen di Tahoe che, poverino, sembra una scritta fatta con il dentifricio sovrapposta allo sfondo di default del mio Mac. Purtroppo sono passati da un pezzo i tempi dei magnifici Welcome Video delle prime versioni di macOS, quelle con i nomi di felini.

Da qui si arriva direttamente al Desktop del Mac, che ora mostra alcuni widget sul lato sinistro della schermata (alcuni widget sembrano non funzionare solo perché gli screenshot sono stati fatti la sera tardi al mare, senza attivare il collegamento ad internet).

I widget non mi sono mai piaciuti. Su Tiger e seguenti ne usavo alcuni, ma solo perché erano in una schermata ben separata, la Dashboard. Averli invece in bella vista sul Desktop che uso tutto il giorno mi da fastidio, e so già che, appena finito quest’articolo, li eliminerò senza pensarci due volte.

Ma c’è tempo, per ora cambio lo sfondo e ci metto quello di default di Tahoe.2

Devo ammettere che lo sfondo non mi fa impazzire: ci sono troppi dettagli e troppi gradienti per i miei gusti, e il contrasto con le icone chiare, come quella del disco, è troppo scarso. Però nessuno mi obbliga ad usare proprio questo sfondo, per cui è un non-problema.

Il Finder

Un problema reale, invece, sono le icone delle applicazioni con lo sfondo grigio scuro, la cui visione mi ha fatto saltare sulla sedia appena ho aperto il Finder.3

Le icone originali avevano uno sfondo trasparente, per accorgersene basta cambiare lo sfondo della cartella Applicazioni di Sequoia o di versioni precedenti di macOS. Per motivi imperscrutabili, in Tahoe questo sfondo invisibile viene sostituito da uno di colore grigio scuro, che definire orribile è fargli un complimento.

Le applicazioni Apple, naturalmente, non hanno questo problema mentre, come si vede nell’immagine precedente, alcune fra quelle più diffuse ne sono affette, una su tutte Google Chrome.

Ma se scendo verso la sezione delle applicazioni meno note, trovo un sacco di orride icone bordate di grigio! In alcuni casi, le icone vengono pure rimpicciolite, forse per effetto delle nuove regole di adattamento dinamico di Liquid Glass, rendendo ancora più ampia l’area colorata in grigio. Ma chi è che ha ideato una roba del genere?

Ma questa non è l’unico aspetto discutibile del nuovo Finder. Qui la familiare Barra degli Strumenti del Finder è stata sostituita da gruppi separati di icone translucenti, che sembrano fluttuare al di sopra della finestra principale.

La modifica sembra un po’ raffazzonata, anche perché si sono dimenticati di mettere in rilievo il nome della cartella. Però, quando sotto queste icone c’è uno sfondo chiaro, la nuova barra degli strumenti può essere considerata accettabile, anche se inconsistente (come si vede in alcune delle immagini precedenti).

Ma, quando le icone translucenti della Barra degli Strumenti si sovrappongono alle icone più colorate della finestra principale del Finder (come nell’immagine qui sotto), si forma un guazzabuglio di colori che non solo è brutto da vedere, ma rende pure difficile distinguere una icona della Barra degli Strumenti dall’altra.

Forse una sfocatura più spinta o una trasparenza minore potrebbe evitare il problema. Ma a quel punto non sarebbe meglio mantenere la vecchia barra chiara con sopra le icone flottanti?

E poi, io capisco pure che ora bisogna ficcare ovunque il concetto di liquido, ma era proprio necessario trasformare il cursore nella barra di stato del Finder (quello in basso a destra che permette di ingrandire e rimpicciolire le icone) in una capsula così grossa, ma allo stesso tempo quasi invisibile?

Il nuovo cestino dei rifiuti invece non è male, è più moderno di quello cilindrico a cui siamo abituati da sempre. Mi chiedo come potrebbe stare in piedi ma, si sa, lo skeumorfismo è morto da tempo.

Sempre rimanendo in tema Finder: qualcuno mi spiega perché la finestra delle Impostazioni del Finder mantiene ancora gli angoli poco smussati di Sequoia e perché le sue icone sono meno spesse di quelle della barra laterale della finestra principale?

La nuova Apps

Niente male, invece, la nuova applicazione Apps, che raggruppa le applicazioni installate in modo logico, un po’ come succede su iOS. Di sicuro sembra meglio di Launchpad, che ho provato ad usare ma che ho subito abbandonato,4 anche se non mi piace molto il fatto che siano necessari due click per accedere alle applicazioni di un dato gruppo.

Mission Control non è cambiata, e la cosa mi va benissimo perché lo uso di continuo e mi peserebbe dover cambiare abitudini. Lo stesso vale per gli Scacchi, a cui non gioco mai perché perdo sempre, ma che è presente da sempre in macOS (e c’era anche nel papà, NeXTSTEP).

Anche le altre applicazioni di default non sembrano essere cambiate più di tanto, ma per questo mi riservo di fare una valutazione più approfondita più avanti.

Le Impostazioni di Sistema

Infine uno sguardo alle Impostazioni di Sistema. Non dirò nulla sul fatto che ormai non ci si capisce nulla: fino a Monterey bastava un colpo d’occhio per trovare l’impostazione giusta, ma da quando macOS scimmiotta iOS bisogna usare sistematicamente la funzione di ricerca per trovare l’impostazione che serve.5

Dirò qualcosa invece sulla nuova funzione che cambia globalmente i colori delle icone di macOS Tahoe. Qui si vede lo stile di Default delle icone che, a parte il bordo grigiastro di cui ho già detto, è quello a cui siamo sempre stati abituati.

Questa immagine, invece, mostra cosa succede si attiva lo stile Dark. Le icone delle applicazioni visibili nel Finder non cambiano – probabilmente perché devono essere aggiornate per supportare questo nuovo stile – mentre cambiano tutte le icone della applicazioni Apple visibili nel Dock. Il tema Light però non rende giustizia a questo nuovo stile,

mentre con il tema Dark è tutta un’altra cosa.

Però, se attivo lo stile Dark e scelgo la modalità Auto, tutta l’interfaccia torna ad essere identica allo stile di Default. Lo si può vedere nelle due immagini qui sotto, dove la prima mostra lo schermo del Mac quando è attivo lo stile Dark e la modalità Auto, mentre la seconda mostra lo stile di Default.

Immagino che la modalità Auto voglia indicare che è il sistema operativo che sceglie da solo la modalità più adatta allo stile in uso. Una cosa sensata, ma che forse andrebbe implementata in modo diverso, perché messa così confonde solo le idee.

Gli altri due stili Clear e Tinted sono carini, ma francamente avere tutte le icone dello stesso colore non mi alletta più di tanto. A tanti questi nuovi stili omogenei piaceranno di certo, ma io dubito che li userò mai.

Anche con questi stili, la modalità Auto adatta da sola l’aspetto al tema in uso. Anche in questo caso, mi pare che vada rivista sia la posizione che la titolazione della modalità automatica.

Non male, invece, la possibilità di cambiare il colore di accento dell’interfaccia grafica.

Non sono un appassionato di queste cose, ma a tanti piacciono e comunque non stravolgono l’interfaccia, per cui perché no?

Perla finale: l’interruttore, davvero gigantesco, che attiva il Bluetooth (ma anche il Wi-Fi o la VPN). È vero, anche in Sequoia questi interruttori erano più grandi di tutti gli altri, ma non vi sembra che quelli di Apple questa volta abbiano esagerato un po'?

Conclusioni (per ora)

Qui si conclude questa veloce carrellata su macOS Tahoe, e sulla sua interfaccia grafica Liquid Glass. Se ho dato l’impressione di non esserne entusiasta, ebbene sì, è proprio così.

Mi piace molto che Apple abbia avuto il coraggio di cambiare, provando a sviluppare una interfaccia grafica omogenea per tutti i suoi dispositivi. Liquid Glass ha di sicuro molte potenzialità, ma su macOS è ancora molto immaturo, forse ancora più immaturo che su iPad. Mi ricorda la transizione metallica di Leopard, che ha avuto bisogno di diverse versioni successive di macOS per essere affinata.

In ogni caso, Liquid Glass è il futuro e ci dovremo convivere per parecchi anni. Per cui meglio apprezzarne già da ora gli aspetti positivi ed essere pazienti su quelli negativi.

Nel frattempo gli sviluppatori Apple hanno sistemato l’icona al contrario del Finder, che aveva destato tanto scalpore. Speriamo che prima del rilascio ufficiale di settembre facciano lo stesso per le tante altre stranezze e incongruenze.


  1. Sull’iPad Liquid Glass è interessante, anche se ancora piuttosto acerbo. ↩︎

  2. A meno che non siano proprio brutti, come alcuni sfondi per Linux, io uso sempre gli sfondi di default. Io non sono un fanatico della personalizzazione estrema del sistema, e usare lo sfondo di default mi aiuta a sapere a colpo d’occhio che versione del sistema operativo sto usando. E comunque gli sfondi di default di macOS sono quasi sempre molto belli↩︎

  3. In realtà queste icone ingrigite si vedevano già nel Dock. Ma sarà stata l’ora tarda, sarà stato il basso contrasto, non ci avevo fatto caso. ↩︎

  4. Ad esempio, perché tendeva a perdere il layout impostato a mano e non permetteva di sincronizzarlo fra un Mac e l’altro. ↩︎

  5. Qualcuno potrebbe obiettare che avere un layout simile fra macOS e iOS è positivo. E in effetti è così, peccato solo che le impostazioni di iOS siano sempre state una delle cose più confusionarie che abbia mai visto. Per cui al limite sarebbe stato più saggio fare il contrario, adattando a iOS il modello di impostazioni di macOS. ↩︎