WWDC 25

Qual’è stato l’ultimo WWDC davvero memorabile? Direi quello del 2020, anno già memorabile di suo, quando Apple presentò i nuovi Mac con processore Apple Silicon, in grado di surclassare i modelli equivalenti basati su CPU Intel.

Non so se ciò che è stato presentato al WWDC di quest’anno sarà altrettanto memorabile, però non c’è dubbio che Apple abbia partorito alcune novità interessanti.


Prima fra tutte un aggiornamento di iPadOS che introduce finalmente (e ci voleva tanto?) le finestra sovrapponibili e una gestione più decente del filesystem, mandando di fatto in pensione Stage Manager.

Non ho mai amato Stage Manager. L’ho sempre trovato fastidioso e troppo limitato, con le sue quattro-e-non-più-di-quattro mini-finestre laterali che vanno e vengono, senza che si possa fissarne una al suo posto una volta per tutte. Penso che pochi ne sentiranno la mancanza.

Le nuove finestre sovrapponibili di iPadOS 26 profumeranno pure di “vecchia scuola”, ma funzionano da 40 anni e sono di sicuro più intuitive e facili da gestire. Se devo cambiare, Apple mi deve offrire qualcosa di meglio, non di peggio.

Avere finalmente Anteprima e Calcolatrice sull’iPad è un bonus non da poco, da utente più che soddisfatto di Anteprima sono molto curioso di provarla sull’iPad.


L’altra novità importante è la nuova interfaccia grafica “Liquid Glass”, estesa a tutte le piattaforme Apple, dal Mac all’iPhone e fino a Vision Pro. Al di là dell’aspetto in sé, oggi vetroso domani chissà, quello che è importante è che da ora in poi tutte le piattaforme Apple parleranno la stessa lingua grafica, con un indubbio vantaggio in termini di facilità di uso del sistema e, credo, anche di sviluppo delle applicazioni.

Che poi Liquid Glass sia la versione moderna di Aqua mi pare evidente ad una prima occhiata. Nei primissimi anni 2000 sono tornato al Mac da Linux non solo perché aveva UNIX sotto il cofano, ma anche perché Aqua mi piaceva da morire.

Il successivo passaggio ad un tema grafico metallico e poi ai toni di grigio spento di oggi, per quanto eleganti non mi hanno mai fatto impazzire, per cui aspetto con molta curiosità di vedere Aqua 2.0 in azione.


Del resto del keynote, lo ammetto, ricordo poco. Che ora l’Apple Watch mi faccia credere che corro meglio di Jacobs mi importa meno di zero. Idem per l’ora che si allunga o si accorcia a seconda dello sfondo dell’iPhone. O per le onnipresenti Memoji. Però se hanno tanto spazio significa che piacciono, e quindi forse sono io quello sbagliato.

Che Apple migliori le applicazioni integrate nei suoi sistemi operativi dovrebbe essere di normale amministrazione. Però questa mania di nascondere le funzioni sta diventano un filino patologica (vero Fotocamera?).

Call Screening, invece, potrebbe fare la differenza, ammesso che funzioni qui da noi.

Che poi Federighi non scoppi a ridere mentre afferma che nell’ultimo anno Apple Intelligence è stata rilevante, la dice lunga su quante volte è stata ripetuta la scena.


Dimenticavo: la nuova numerazione dei sistemi operativi. Magari è un bene che sia unica per tutti, ma era proprio necessario usare l’anno (e pure sbagliato)? Ci ha già provato Microsoft con Windows 95, Windows 98 e Windows 2000. Non era proprio possibile inventare qualcosa di più originale?

E comunque questa unificazione obbligherà Apple a far uscire ogni anno una nuova versione di una mezza dozzina di sistemi operativi diversi, anche quando non ci sarà uno straccio di nuova funzione degna di nota. Personalmente credo che un ciclo annuale di rilascio sia eccessivo e non sostenibile a lungo termine. Ma evidentemente il marketing di Apple ha sempre bisogno di qualcosa di nuovo, che poi sia utile o funzioni è un altro paio di maniche.


Una nota finale un po’ triste. Ma come è possibile che, in un’ora e mezza di keynote, Tim Cook e soci non siano riusciti a ritagliare un minuto per ricordare Bill Atkinson? E in una conferenza di sviluppatori, per di più!

Se Apple è quella che è oggi, è anche per il suo contributo. RIP.