Apple abbiamo risolto dei problemi: da Sonoma a Sequoia

Immagine generata dall’IA di Microsoft Designer.

Negli ultimi mesi ho scritto ben quattro articoli sui bachi di macOS Sonoma (la lista completa si trova alla fine di questo articolo), perché mi sembrava incredibile che questa versione di macOS fosse stata pubblicata con dei bachi così evidenti nel Finder e nella gestione del disco .

Nelle versioni più recenti di Sonoma, alcuni bachi segnalati – come quello dello svuotamento ballerino del cestino, del nome del file di default quando si stampa virtualmente in PDF una pagina web, o della mancata visualizzazione di un nuovo file o di una nuova cartella nella modalità Allinea alla grigliasono stati corretti, ma quelli più seccanti sono rimasti lì, intoccati.

Un paio di giorni fa, dopo aver provato macOS Sequoia su una macchina che uso come muletto, ho deciso di aggiornare anche il Mac Mini M1 che ho a casa a Sequoia 15.3 e, con grandissima soddisfazione, posso dire che tutti, o quasi, i bachi più gravi riportati in quegli articoli sono scomparsi.1


Baco #1: Se abbiamo una cartella piena di file e ne trasciniamo le icone sotto il limite inferiore della finestra mentre premiamo il tasto CMD (⌘), il limite inferiore della finestra ora si estende correttamente e visualizza anche le icone poste più in basso, senza più dare l’impressione che i file siano scomparsi. Unica eccezione è quando la cartella non ha la barra di scorrimento attiva perché i file contenuti sono pochi. In questo caso le icone continuano a scomparire, proprio come con Sonoma, ma perlomeno ora basta cliccare sull’icona < in alto a sinistra sulla barra degli strumenti per poi tornare alla cartella di partenza per ripristinare la visualizzazione completa dei file.

Baco #2: Se in uno Spazio abbiamo due finestre del Finder sovrapposte e usiamo le combinazioni di tasti CTRL(⌃)-1 e CTRL–2 e così via per trascinare la finestra in primo piano da uno spazio all’altro, al ritorno nello Spazio di partenza la finestra viaggiatrice_ ora finisce sopra quella rimasta ferma, come è giusto che sia. Lo stesso avviene quando le finestre sovrapposte sono più di due.

Baco #3: Anche lo sfarfallio ben visibile con Sonoma quando si trascinava una finestra del Finder da uno Spazio all’altro ora è scomparso. Osservare una cosa del genere era semplicemente scandaloso, non solo perché avveniva su macchine che montano processori potentissimi come gli Apple Silicon, ma anche perché prima di Sonoma questo sfarfallio non si era mai verificato su macchine molto, molto meno prestanti, come i Mac Book Air Intel.

Baco #4: Sequoia ha anche corretto il baco relativo alla finestra che scompariva più veloce di una Formula 1 quando si collegava una chiavetta USB ad un portatile, ma di questo ne avevo già scritto a suo tempo.

Baco #5: Il Finder è finalmente tornato alla normalità quando deve mostrare cartelle di un disco esterno USB contenenti qualche centinaio di file. La lentezza (per dire poco) sperimentata con Sonoma era davvero seccante, e non ce la facevo più a dover aspettare decine e decine di secondi ogni volta che dovevo accedere ad una cartella esterna un po’ piena.

Baco #6: Ma la vera chicca di Sequoia, quella con la quale gli dò già un 8 secco alla fine del primo quadrimestre, è il fatto che, per la prima volta dopo anni ed anni, l’aggiornamento di macOS non ha scombinato la disposizione delle icone nella cartella Applicazioni. Saranno pochissimi quelli che, come me, preferiscono tenere organizzate le applicazioni installate in modo visuale invece che alfabetico. Ma voglio farmi lo stesso portavoce di questi quattro gatti e ringraziare di cuore gli sviluppatori Apple per una correzione che aspettavamo da non so più quante versioni di macOS.2


Che dire? Sono davvero molto soddisfatto che con Sequoia Apple sia riuscita a correggere tanti bachi imbarazzanti di Sonoma. Anche perché quelli che avevo segnalato non erano bachi legati a funzioni esotiche del sistema operativo o del file system, ma problemi ben evidenti a chiunque usasse l’interfaccia grafica di macOS.

Purtroppo non credo che in quel di Cupertino ci sia qualcuno che compulsa avidamente le pagine di Melabit. Ma questo significa anche che le criticità segnalate negli articoli precedenti erano dei problemi concreti ed evidenti anche ad altri utenti, nonché agli stessi sviluppatori di Apple, e non solo le preoccupazioni immaginarie di un utente un po’ troppo zelante.

Rimane il problema di fondo, e cioè che non ha senso continuare con questa politica di rilasci annuali di nuove versioni di macOS (ma anche di iOS, iPadOS, watchOS e così via), ciascuno infarcito di nuove funzioni luccicanti ma quasi sempre inutili, che rimangono per forza di cose poco testate e che magari portano nuovi bachi nei fondamenti del sistema operativo, senza dare il tempo di correggere i bachi già presenti.

Un ciclo annuale di nuove release sarà senza dubbio utile per il marketing, ma è proprio quello che serve agli utenti?


Per chi fosse interessato alla mia saga sui bachi (e non solo) di macOS Sonoma, ecco i link alle puntate precedenti:


  1. Tanto che subito dopo ho aggiornato anche il Mac Studio che uso per lavoro. ↩︎

  2. Mi pare evidente che non c’era nessun motivo tecnico alla base del problema (come ad esempio la separazione rigida fra le applicazioni installate di default in macOS e quelle installate dall’utente), ma solo una scarsa attenzione a un dettaglio che sarà pure minore, ma che è piuttosto seccante per chi ne fa uso. ↩︎